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giovedì 11 novembre 2010

Podere Santa Lucia

Difficilmente, anzi penso di non averlo mai fatto, parlo di aziende in particolare, ma dopo aver assaggiato la freschezza, complessità e piacevolezza di questi vini due parole le devo spendere. Intanto prendere la macchina e farsi 550 km andata e ritorno per farmi assaggiare i vini e' sicuramente nota di eleganza che non passa inosservata, poi vengono i vini che definirei nella loro semplicità tipici e piu' che territoriali. La Lacrima di Morro viene prodotta in due versioni, una con piccolissima parte passata in botte che non altera la straordinaria complessità e varietà olfattiva dove spiccano sentori nitidi di rosa e geranio. L' altra ancora in divenire, possente ed impegnativa ma ancora molto acerba. Due vini con caratteristiche comuni che si differenziano abbastanza nettamente. Poi si passa agli altri vigneti che hanno sempre all' interno di Doc ma quella del Verdicchio. Il volgarmente detto " base " con note olfattive fruttate con spunti floreali, mentre la " Selezione " viene vendemmiata leggermente tardivamente, olfatto decisamente piu' intrigante e ottima prestanza gustativa con ritorno tipico del tardivo. Quattro assaggi che nel tempo miglioreranno di certo. L' azienda e' nata nel 2005 quindi ha tutta una vita ancora davanti.

Massimo Barbolini

Verdicchio dei Castelli di jesi d.o.c. 2009

Verdicchio dei Castelli di Jesi d.o.c. Selezione 2009
Lacrima di Morro d’alba 2009

lunedì 8 novembre 2010

Margarita

Dopo aver scorrazzato per chilometri tra tavoli, sedie, piatti, cibo, vino, cavatappi e altro non c'e' niente di meglio che una sedia, un Margarita e silenzio assoluto. Parla lui, sinfonia gustativa unica.

Massimo Barbolini

Barbera

Barbera d' Alba Cascina Francia 2008 Giacomo Conterno

Bevi una cosa di questo genere e pensi svariate cose. Costa, e' troppo giovane, non ha le caratteristiche della Barbera o sono io che non ho mai bevuto una cosa di questa classe ed eleganza? Grande colore, frutta secca al naso, imponente consistenza e morbidezza che non ti abbandona mai. Difficile da dimenticare un vino cosi'. Bevuto, en passant, tra una chiacchiera e l'altra. Evoluzione nel bicchiere maestosa e fragrante. Indimenticabile finale che ritorna piu' e piu' volte. Probabile che non avessi mai assaggiato una barbera di questa struttura. Sicuramente.

Massimo Barbolini

giovedì 28 ottobre 2010

Ristorante Buriani dal 1967

Una delle pietre miliari della cucina bolognese, 43 anni che sforna piatti e mesce vino, facile da trovare perchè sulla strada che da Pieve di Cento porta a Bologna, all' altezza di un semaforo e' impossibile da non vedere. In cucina c'e' la mia forse coetanea Alessandra e devo dire di averla trovata in grandissima forma soprattutto su alcuni piatti. L' ambiente del ristorante e' caldo ed estremamente familiare, la sala dove pranziamo e' molto ampia con vetrate che danno sulla strada, termosifoni fortunatamente accesi. Il viaggio vale solamente per la zuppa di fagioli, si avete letto bene e la foto non vi tragga in inganno, perchè la zuppa e' all' interno del raviolo. Gia' assaggiato ma con ingredienti diversi in altri lidi, questo piatto amalgama bene il tutto e si abbina perfettamente con il ragu' di costine. Molto fresca ed intrigante la tartare di capriolo con la maionese fatta con patate e olio extravergine di oliva che si unisce perfettamente. Buono il Polpo e altrettanto valido il filetto di Branzino. Forse il piatto meno riuscito e' il petto d'anatra ma e' anche vero che ero proprio pieno come un uovo, ho dovuto fare un sforzo gastronomico per iniziare il piatto, la carne era eccessivamente pastosa, caratteristica di questo tipo di piuma, ma il sapore era quasi inesistente. Poi la presenza delle castagne intere non mi ha entusiasmato piu' di tanto, ma sono piccole balle del sottoscritto. I tempi di attesa sono consoni ad un ristorante di questo livello, anni addietro prese la stella gommata, cioe' slow food e ci mancherebbe. Il servizio e' sempre molto cortese, non invadente e non mette nessun tipo di pressione. La carta dei vini e' anch' essa adeguata al locale, molto Piemonte, poche Marche, qualche Biodinamico/Biologico importante, forse qualche prezzo esagerato ma il succo e' buono. Ho bevuto il Merlot di A. Maule, produttore di vini naturali senza aggiunta di solforosa e rispettoso del territorio, buon vino ma onestamente niente di più. Unico grande pregio la mancanza totale di sentori di botte, finale quasi inesistente ma riproverò, magari annate più vecchie. Chiudo il pranzo come ultimamente mi capita spesso con un buon Pedro, cioccolatini squisiti e un buon caffè. Decisamente al di sopra della media, materia prima giusta, bella mano in cucina, forse qualche ingrediente di troppo, ma difficile da criticare, anzi. Conto di 130 euri per due persone. Bel pranzo.

Massimo Barbolini



Un buon Merlot

Tartare di capriolo con burro d’olio al sale speziato e pane caldo
Polpo al vapore con insalata di sedano e fagioli cannellini
Zuppa di fagioli in ravioli con ragù di costine di maiale al rosmarino
Filetto di branzino al lemongrass con carciofi trifolati al timo
Petto d’anatra cotto a bassa temperatura con porcini, mirtilli, castagne e zenzero

Cioccolatini Valrhona

venerdì 22 ottobre 2010

Pinot Nero

Colli Pesaresi Focara 2008 Pinot Nero Fattoria Mancini
Disquisiamo pure, il pinot nero viene bene solo la', qua non siamo capaci, non c'e' il terroir adatto, facciamo solo dei Barriconi, l' estratto secco e' troppo basso per poterne fare uno degno di nome e per certi versi sono d' accordo anche io. Pero' e' bello quando assaggi un vino che conosci come le tue tasche e che ogni anno ti fa ricredere su tutto quello che di scontato c'e'. Questo e' un Signor Pinot Nero ad un prezzo molto umano ( che al momento con bottiglia quasi finita in solitaria mi sfugge). Nelle Marche siamo, Fattoria Mancini lo vinifica sia in bianco che in rosso. Tralasciando le note di colore, mi concentrerei sullo splendido naso, mandorla, peperone, rosa appassita e sulla memorabile persistenza gustativa. Gran bel bicchiere che neanche la Bignardi riesce a rovinare. Con una tartare di cavallo, senape e tabasco poi..

Massimo Barbolini

venerdì 8 ottobre 2010

Birra e sai cosa bevi!

Birra Artigianale Zimella Dorata
Si puo' tranquillamente affermare che oramai siamo entrati nel gotha dei produttori di birra mondiali. A confermare tutto cio' ci si mette questa affascinante bionda non pastorizzata, rifermentata in bottiglia e pure non filtrata. Poco meno di 5 gradi, bella fresca, amara sul finale, decisamente ferma, schiuma invitante e colore d'oro sul serio. Da bersi possibilmente con parsimonia, non per il costo, ma per la facilita' di tracannamento. Esiste anche la rossa, tipo la Mannoia, quindi piu' intrigante? Vedremo.

Massimo Barbolini

ZIMELLA di Prampolini Annalisa
Via Bagnoli, 26
42122 Bagno di Reggio Emilia
Italy

giovedì 7 ottobre 2010

Champagne

Champagne Michel Wirth Cuvee des 3 Cepages

Dopo la scorpacciata di ristoranti ritorniamo a parlare di qualche assaggio vinicolo interessante. Ne avevo già accennato a luglio come uno dei due champagne che mi aveva colpito maggiormente, oggi ancor di piu' dopo riaverlo assaggiato. La cosa sorprendente e' la parte olfattiva di questa bollicina. Lieviti, pasta, panettone, biscotti al forno, un insieme di profumi che ti invitano alla beva. Beva che si rivela all' altezza della situazione, fresca, acida e coinvolgente. Bollicina granosa e potente. Lungo e molto persistente il finale. Interessante sotto ogni aspetto. Onestamente non pensavo che fosse a base Chardonnay. Lunga e' ancora la strada dell' allenamento.


Massimo Barbolini