Translate

giovedì 28 gennaio 2010

Porto

Fonseca Porto Vintage 1985

















L'occasione e' stata la bellissima serata organizzata dal sottoscritto, Venerdi' 22 Gennaio, input lanciato da un' assidua frequentatrice e io non sono capace di dire no al gentil sesso. Oltre al pezzo della foto,si sono alternati un ottimo Anghelu Ruju riserva 2000 della Cantina Sella e Mosca ed un altrettanto immenso Rhum Agricole Bally 1998. Chiaro che i principali mezzi commestibili in abbinamento fossero varie gradazioni di cioccolato. Dal 63 al 85% e una torta, sempre al cioccolato fondente 45%, fatta da me. Per non farci mancare niente anche qualche pezzo con arancia o limone candito. Gli abbinamenti piu' riusciti sono stati senza ombra di dubbio, l' Anghelu Ruju con le cioccolate e il Porto con la torta, il Rhum stava bene con tutto. Il colore del porto era un bel rosso rubino con vari riflessi dal bordeaux, all'amarena, al granato. Il naso era estremamente vinoso con profumi di frutta rossa sciroppata, tabacco, pepe e una leggera nota fresca. In bocca la vinosità era accentuata ulteriormente, acidita' persistente, ancora grande freschezza. Molto lungo, persistente, ma tremendamente giovane. Peccato davvero averlo aperto cosi' presto. Rimango sempre sbalordito dall' estrema semplicita' di questo vino che dura mezzi se non addirittura interi secoli. Tirando le somme l'unico Porto Vintage che ho bevuto pronto e maturo e' stato quello dell'anno scorso, era un 1921....

Massimo Barbolini

Abbinamento

mercoledì 27 gennaio 2010

Memoria



Walter Rosemberg (Rudolf Vrba) e Alfred Wetzler, rinchiusi ad Auschwitz dalla metà del 1942, il 7 aprile del 1944, riuscirono a fuggire in maniera rocambolesca dal campo. Essi rimasero nascosti sotto una pila di legname nel settore BIII di Birkenau, chiamato Mexico, per tre giorni consecutivi, mentre gli SS del campo erano alla loro caccia armati e accompagnati da cani.Dopo 18 giorni di un viaggio disperato, il 25 aprile i due fuggitivi raggiunsero la cittadina di Zilina in Slovacchia, dove riuscirono a mettersi in contatto con notabili ebrei in clandestinità. Il 27 avevano già preparato un rapporto scritto. Era stato chiesto loro di redigerlo separatamente in due stanze diverse. Così fu fatto. Alla fine i due memorandum furono riuniti in un unico testo in 60 pagine dattiloscritte, parzialmente in slovacco, parzialmente in tedesco. Il rapporto riguardava ciò che accadeva dentro a Auschwitz, non solo in base a ciò che essi avevano visto personalmente, ma anche in base alle notizie che per mesi avevano raccolto da altri detenuti, compresi membri del Sonderkommando. All'epoca della loro fuga, molte notizie sul genocidio degli ebrei erano giunte in Occidente, e già a partire dall'estate del 1942, ma ad Auschwitz non si era prestata grande attenzione. Il loro fu il primo dettagliato resoconto sul meccanismo dello sterminio di massa applicato dentro a Birkenau, luogo fino ad allora quasi totalmente ignoto agli osservatori occidentali.Essi descrissero il campo, la sua planimetria, i suoi impianti di sterminio, l'organizzazione interna e il servizio di sorveglianza, il sistema della numerazione dei detenuti, la vita di ogni giorno, le reazioni degli SS alle fughe dei prigionieri, le selezioni iniziali sulla banchina di arrivo (le rampe), le selezioni interne, le punizioni, le uccisioni, le gassazioni. Non riuscirono a dare il numero esatto delle vittime ma solo una stima approssimativa: 1.765.000 ebrei tra l'aprile del 1942 e l'aprile del 1944 (valutazione risultata troppo alta secondo gli ultimi studi). Il proposito del rapporto fu di avvertire il mondo occidentale ed indurlo ad intervenire. Entro la fine di aprile del 1944, raggiunse i leader delle comunità ebraiche a Bratislava e a Budapest.In Ungheria, dove dal 15 maggio erano iniziate le massicce deportazioni verso Auschwitz, il rapporto iniziò a circolare solo nel giugno successivo, mentre in Slovacchia esso fu subito conse-gnato dai due leader, il rabbino Michael Dov Weissmandel e Gisi Fleischmann, a Giuseppe Burzio, l'Incaricato d'Affari Vaticano a Bratislava. Sembra che Monsignor Burzio abbia mandato il rapporto in Vaticano il 22 maggio del 1944 ma che questo raggiunse la destinazione solo alla fine di ottobre.Un'altra copia del rapporto Vrba-Wetzler, inviato tramite la resistenza slovacca, raggiunse Jaromir Kopecki, rappresentante diplomatico del governo slovacco in esilio di stanza in Svizzera. Il messaggio raggiunse il segno, Kopecki si mise subito in contatto con Fritz Ulmann, rappresentante dell'Agenzia Ebraica e con il segretario del Congresso Mondiale Ebraico Gerhart Riegner, a Ginevra. Nello stesso tempo fece pervenire il rapporto, come richiesto da Weissmandel e Fleischmann, assieme alla loro lettera datata 22 maggio 1944, al rabbino Shoenfeld di Londra. La distruzione dell'ebraismo ungherese era ormai inesorabilmente in corso, egli incluse nel messaggio i suggerimenti dei due leader slovacchi: 1) che il Foreign Office informasse gli altri governi alleati, soprattutto quelli che avevano loro cittadini rinchiusi nel campo e che indirizzasse un ammonimento ai tedeschi e agli ungheresi secondo cui i tedeschi che erano nelle mani dei gover-ni Alleati avrebbero subito delle ritorsioni, 2) che si bombardassero i crematori, distinguibili dalle alte ciminiere e dalle torrette di guardia, 3) che si bombardassero le maggiori vie di comunicazione tra la Slovacchia e l'Ukraina sub-carpatica, 4) che si usasse il rapporto per una larga campagna di sensibilizzazione, senza citarne la fonte, 5) che si rendessero pubblici gli ammonimenti ai tedeschi e agli ungheresi, 6) che si chiedesse al Vaticano di pronunciare una dura condanna pubblica, 7) che il Foreign Office informasse il Congresso Mondiale Ebraico e l'Agenzia Ebraica di Londra.
Il 26 maggio, Kopecki, mandò un estratto del rapporto anche al governo cecoslovacco in esilio a Londra aggiungendovi la testimonianza di un terzo transfuga da Auschwitz, Jerzy Tabeau, un ufficiale dell'esercito polacco che il 19 novembre del 1943 precedente era riuscito ad evadere con l'assistenza della Resistenza del campo. Assieme ad un compagno di prigionia, Roman Cieliczko, era riuscito a raggiungere il Governatorato Generale. A Zakopane, Cieliczko si era congiunto con una unità partigiana, mentre Tabeau aveva proseguito verso Cracovia dove era entrato in contatto con la combattente antinazista Teresa Lasocka-Estreicher. Questa, attivamente coinvolta nell'aiuto ai detenuti di Auschwitz, era in contatto con la Delegazione locale del Governo polacco in esilio a Londra. A Cracovia, in dicembre, Tabeau stese il suo rapporto su Auschwitz-Birkenau. Kopecki si mise poi in contatto, assieme a Riegner, sia con il rappresentante a Londra del War Refugee Board, sia con il Comitato della Croce Rossa Internazionale. Questa volta Kopecki fu in grado di dare notizie anche delle tragiche deportazioni dall'Ungheria, iniziate il 15 maggio che il rapporto Vrba-Wetzler non dava perché precedente a tale avvenimento.
In effetti due altri ebrei erano riusciti a fuggire da Auschwitz il 27 maggio e avevano raggiunto la Slovacchia il 6 giugno 1944 rifacendo lo stesso percorso di Vrba e Wertzler. Erano il polacco Czeslaw Mordowicz e il cecoslovacco Arnost Rosin che dettero un resoconto dei primi arrivi degli ebrei ungheresi e della loro uccisione di massa. Essi si incontrarono con Vrba e Wetzler nel loro rifugio a Liptovsky Svaty Mikulas, ai piedi dei monti Tatra. Nel frattempo un'altra edizione, abbreviata e in inglese, del rapporto inviata il 19 giugno da Moshe Kraus dell'Ufficio palestinese a Budapest, completo del racconto delle deportazioni dall'Ungheria, raggiunse la Svizzera. Essa conteneva la notizia che più di 430.000 ebrei erano stati deportati dall'Ungheria verso Birkenau. Il rapporto arrivò sotto gli occhi del giornalista inglese Walter Garrett. Da allora vari servizi furono diffusi attraverso Radio Londra e vari articoli sul genocidio in atto ad Auschwitz apparirono sulla stampa inglese e svizzera. Il rapporto fu poi inviato, alla fine di giugno personalmente da Kopecki a Londra al presidente della Repubblica cecoslovacca in esilio Edvard Benes, che a quell'epoca ne era già al corrente.
Il 4 luglio 1944, questi rivolse un appello ai governi alleati per un intervento diretto con ammonizioni alla Germania, in favore di bombardamenti sui crematori di Auschwitz e sulla linea ferroviaria. La risposta del Foreign Office, del 29 luglio, alla nota cecoslovacca, dopo consultazione con gli Stati Uniti, fu l'assicurazione che "erano state prese tutte le misure necessarie per il salvataggio delle vittime", misure che però corrispondevano soltanto all'impegno nel portare avanti la guerra con successo. I rapporti dettero origine a una relazione pubblicata a Washington a cura dell'Executive Office of the President del War Refugee Board nel novembre del 1944 in 59 pagine (Doc. NO 022-L). Contemporaneamente il rapporto venne pubblicato anche in Svizzera in due diverse versioni, l'una dal titolo "L'extermination des Juifs en Pologne. Depositions et temoins oculaires", pubblicata a Ginevra a cura del dottor A. Silverschein, un'altra dal titolo "Souvenirs de la maison des morts. Le massacre des Juifs" in 76 pagine senza data e senza luogo di edizione, ma di sicura origine svizzera. La stampa americana prese coscienza del contenuto dei rapporti dei 5 fuggitivi di Auschwitz solo sette mesi dopo la loro estensione. Dopo la pubblicazione del War Refugee Board, il New York Times ne pubblicò un ampio estratto. Troppo tardi perché la commozione dell'opinione pubblica potesse influenzare le decisioni alleate di non bombardare Auschwitz e salvare gli ebrei ungheresi.

* Da Destinazione Auschwitz (CD-Rom), Proedi, Milano 2000.

lunedì 25 gennaio 2010

Traminer dal Trentino

Doc Trentino Traminer Aromatico 2006
Az Agr. Cesconi - Pressano - Tn
















Bell'esempio di come si possano trovare anche Traminer che non "stucchevolano" il palato. Assaggiato in degustazione rigorosamente coperta ha sbaragliato il campo aggiudicandosi il primo posto. Il colore si e' ben dorato col tempo, grande consistenza e ottimi profumi di rosa, banana e ananas. Gia dal naso si identifica una tipicita' ben diversa dai piu' nerboruti altoatesini. Intendiamoci bene, 15° gradi sono 15°, ma in questo caso si addolciscono con la morbidezza olfattiva. Non passa in legno e ci si puo' confondere perche' un leggero sentore speziato inganna anche i migliori. Secco, buona sapidita', lungo, persistente e finale fruttato.
Ce ne sono tanti altri, ma questo spicca per la sua indubbia originalita'. Da non perdere della stessa azienda l'Olivar, immenso bianco fermo. Bicchiere non da single.

Massimo Barbolini

Azienda
Abbinamenti

domenica 24 gennaio 2010

Lambrusco

DOC LAMBRUSCO GRASPAROSSA DI CASTELVETRO
VILLA CIALDINI CLETO CHIARLI




Per festeggiare degnamente gli amici bloggheriani che proprio oggi hanno esportato in Franciacorta la terza degustazione di Lambruschi itinerante, ho assaggiato questo lambrusco che alcuni amici mi hanno consigliato. Un bellissimo colore rosso rubino, bello sgargiante, con una cremosa spuma e bollicina gioiosa. Vinoso al naso e anche alla bocca, falsamente secco. Non mi viene altro. Straordinario il prezzo, 5.40€ al Conad. Ma se penso che a 7.00 fottuti euri io vendo Pederzana, mi pongo domande alle quali non trovo risposte.

Massimo Barbolini

Aggiornamenti lambruschi 3

Abbinamenti

sabato 23 gennaio 2010

Bollicina rosa

TRENTO DOC METODO CLASSICO BRUT ROSE'
MASO MARTIS - MARTIGNANO - (TN)




Garbato spumante proveniente da una zona che prima o poi esploderà definitivamente soppiantandone altre ben più famose. Bel colore e bellissime bollicine, luccica quasi. Rosa marcato, pulizia olfattiva ottima con prevalenza di ribes,fragola di bosco e qualche nota di cannella.Buon impatto gustativo, non molto brut devo dire, bella persistenza,suadente secchezza,ottimo finale,bel bicchiere. Piccola azienda che ha come cavallo di battaglia il brut riserva,sempre a base pinot nero.
Questo rosato è un pony. Brindisi olimpico!

Massimo Barbolini

Abbinamenti

mercoledì 20 gennaio 2010

Franciacorta

Franciacorta Docg Extra Brut Millesimo 2000
Az Agr. Ferghettina Adro -Bs-




Aspettare tre anni dalla sboccatura per assaggiarlo ne e' valsa la pena? Sì. Anzi, il tempo ha solo migliorato questo grande spumante italiano. Dimenticate le solite bottiglie franciacortine ruffiane, qui si fa sul serio. Questo e' vino da palati semplici ma incazzati. Ti scuote, ti ammalia, copia leggermente i suoi fratelli ma e' piu' schietto. Il giallo dorato molto marcato con ampi riflessi verdi, bollicine finissime quasi da saten ci inebria gia' iniziando. Difficile in questi casi riuscire a trasmettere lo straordinario naso di questo vino. Minerale, limone, frutta tropicale con piccoli tocchi maori empatizzano. Pensare che renda lo stesso in bocca e' da presuntuosi, ma oggi non finisce mai di stupire. Il viaggio gustativo continua con una grande acidita', ottima freschezza e come per i piu' grandi, ritorno prepotente delle sensazioni olfattive. Compare una bellissima e complessa nota di agrumi che lascia esterrefatti. Memorabile finale con evidente giovinezza. Il palato sorride beato. Una grande bottiglia per una Grande Azienda. 26/28 euri in Enoteca.

Massimo Barbolini
Abbinamento

lunedì 18 gennaio 2010

Altra buona lettura

John Grisham " Il Broker "



Di tutti i libri che ho letto di Grisham e' sicuramente uno tra i miei preferiti. Joel Backman e' un ex avvocato condannato a venti anni di carcere per spionaggio informatico che viene graziato dal Presidente al termine del suo mandato. Unica condizione, lasciare per sempre gli Stati Uniti. Joel accetta suo malgrado e casualmente si trasferisce in Italia, braccato da Arabi, Russi e Cinesi che cercano di impossessarsi del suo software segreto. Prima in Veneto poi a Bologna, riesce a calarsi abbastanza bene nella realta' della citta' Dotta, studiando il modo di rientrare a casa. Trovandosi in un mondo completamente nuovo e pieno di cibo e di vino Joel scoprira' tante belle cose. Come sempre l'inquietante presenza di Teddy Maynard, Direttore della Cia, rende il tutto piu' losco. Bel libro, molto avvincente e grande finale.

Massimo Barbolini

Abbinamento