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lunedì 24 settembre 2012

Trattoria Viavai fraz. Bolzone - Ripalta Cremasca -

Magari la prossima volta ci andiamo con meno caldino...L' 8 Luglio, forse la domenica piu' calda dal 2003 arrivare ad oggi, fortuna che esistono i condizionatori sia in macchina che al ristorante tanto che appena arrivati ci hanno gentilmente vietato di andare nel bersò esterno, ci siamo recati in questa graziosa trattoria della piana cremasca. I Fratelli Fagioli la gestiscono da parecchi anni e si sono col tempo specializzati nel foie gras, ma sono presenti in carta tante altre pietanze succulente. Per i vini c'e' il " Consigliere " nel senso che l' altro fratello propone e tu decidi in base anche al prezzo, perchè giustamente te lo espone a voce, cosa poter abbinare ai piatti. Siamo partiti con un piu' che discreto Champagne Premier Cru Pernet, proseguito poi con un buonissimo Verdicchio di Matelica Vigneti del Cerro 2009 di Belisario, inciampato nell' Eresia vino prodotto dal giornalista Gigi Garanzini, pianto di commozione autentica per il Barbaresco Vigneto Loreto 1999 di Rocca Albino e per il Recioto della Valpolicella Amarone 1990 di Allegrini. I consigli sono stati davvero graditi e i prezzi onestissimi. Passando ai piatti, ottimi gli antipasti che vedete nella foto tra i quali spiccava un foie gras di tonno da oscar, fantastica la pappa al pomodoro del sottoscritto e davvero encomiabile la lingua fredda con salsa verde. Quest' ultimo piatto difficilmente lo mangio, ma il sesto senso " gurmet " mi diceva di prenderlo. Non mi sono sbagliato !. Buoni i dolci e complessivamente un pranzo al di sopra della media. C'era tanto caldo, ma tanto..Bisogna tornarci nelle sere autunnali dove non si vedono nemmeno i fanali della propria auto dalla grande nebbia che c'e'...Provare per credere.

Massimo Barbolini 













Marche

Offida Rosso DOP Gran Maestro 2006




Ieri mi sono invece imbattuto in questo buon rosso rimasuglio della vacanza marchigiana. Un bel rosso rubino con netti profumi di ciliegia e frutti di bosco. In bocca bellissima polpa, non ancora morbidissimo e buona acidità. Abbastanza lungo. Un piacione, montepulciano-cabernet e merlot, fatto bene. 13 € a bt. venduto online. Ce ne fossero. 

Massimo Barbolini 

Cantine di Castignano

Lambrusco




Premessa: è solo il giudizio di un assaggiatore ultimamente molto distratto. Non mi e’ piaciuto neanche un po’. Davvero una delusione cocente. L’ odore di feccia, sedimento, uova marce, chiamatelo come vi pare non scompare mai durante la bevuta. E dire che ci ho provato, ho aspettato una buona oretta dal primo e penultimo bicchiere. Poi ho riprovato perche’ incredulo. La bottiglia e’ rimasta lì quasi vergine. Le note gustative si riducono ad un assaggio decisamente salato che puo’ essere certamente riconducibile alla tipologia del vitigno e alla fermentazione naturale in bottiglia ma la sensazione descritta all’ inizio copre totalmente qualsiasi tentativo di uscita olfattiva. A mio modestissimo parere vergognosi i 18 € pagati al ristorante. Riassaggiarlo piu’ avanti urge, magari era la bottiglia.  

Massimo Barbolini

lunedì 17 settembre 2012

Trento Doc

Trento Doc Mach Riserva del Fondatore 2007 


L' Istituto Agrario di San Michele all' Adige e' l'azienda che nelle ultime settimane ho assaggiato con particolare attenzione. Per spiegarvi esattamente di cosa si tratta vi rimando a questo link . Ho particolarmente apprezzato il gewurztraminer e il riesling poi mi sono imbattuto in questo gioiello. Premesso che e' un lungo periodo che a parte i soliti e solidi cavalli di battaglia ( Uberti e Le Marchesine ), non tocco piu' un goccio di Franciacorta, ho cercato di approfondire una Doc che mi ha sempre attratto, quella di Trento. Dopo Abate Nero, Levi, Balter e qualcun altro di cui mi sono dimenticato il nome ho degustato con grande curiosità questo vino. Vendemmia manuale verso la metà di ottobre, chardonnay e pinot nero, colore giallo paglierino con qualche riflesso dorato. Al naso esplodono con grande fragranza i lieviti e della frutta bianca, note di pesca e banana. In bocca e' elegante, croccante e con una bollicina molto fine e delicata. Impressionante persistenza gustativa. Beva piacevolissima. Una bellissima sorpresa. Decisamente la bollicina piu' intrigante assaggiata quest' anno.

Massimo Barbolini 


lunedì 10 settembre 2012

Romagna



Fondo San Giuseppe e’ una realtà ( BIO ) nata nel 2008 grazie alla capacità imprenditoriale e l’ amore per la terra di  Stefano Bariani. L’ azienda si trova a Brisighella nel faentino, zona molto bella da visitare con anche uno strepitoso olio extravergine d’ oliva. Recentemente ad una degustazione organizzata da uno dei pochi agenti rappresentanti “ vivi “ che operano in provincia di Modena ho avuto la fortuna di assaggiare quasi tutta la gamma;  che dire, mi hanno tutti molto ben impressionato. Ieri  in quel laboratorio di assaggi ( da tutto il mondo ) che ormai e’ diventato il Ristorante Clorofilla di Carpi mi sono ributtato sull’ Albana annata 2010, vinificazione e maturazione in vasche di cemento. Colore ambrato, quasi buccia di pesca. Naso elegantissimo con note di miele, pera, qualche accenno di limone, molto minerale. In bocca prosegue l’ eleganza riscontrata al naso e chiude con una bellissima freschezza. Vino importante e nello stesso tempo facile da bere. Stesse sensazioni di qualche mese fa. Gran bel bicchiere.

Massimo Barbolini

lunedì 3 settembre 2012

Azienda Agricola Il Pratello

“ La qualità si fa in campagna “. Difficile non essere d’ accordo con Vincenzo Bertola titolare ( proprietario e’ il papà ) di questa agile e scattante azienda del Garda. Location molto bella comprendente anche agriturismo con ristorante e camere con vista lago. Il meteo non e’ stato dei migliori, qualche goccia mentre degustavamo, ma il resto della giornata e’ stata sicuramente migliorata dagli assaggi di vini estremamente interessanti, tutti o quasi con la certificazione Bio. L’ azienda si sviluppa su 42 ettari, presenti tutti i vitigni tipici del Garda, produzione complessiva di circa 280 mila bottiglie vendute in 24 paesi, solo uve di proprietà, non comprano nulla. La curiosità di visitare quest’ azienda era nata 2 anni fa quando al ristorante Quintessenza  ho assaggiato il Riesling riserva 2002 che diciamo mi aveva favorevolmente impressionato ( ho danzato sui tavoli dopo il terzo bicchiere ) e quindi insieme all’ Ill. Mo Dottor Salvatore Donato ( compagno di merende ) abbiamo iniziato la maratona degustativa.

Cuvee Brut Metodo Classico Chardonnay 100% 24 mesi:
Ottima bollicina, giallo quasi dorato, cremoso, buona acidità, bella beva

Igt Benaco Bresciano “Lagarder”  Riesling 2011:
Semplicemente strepitoso. Note di thè verde, lime. camomilla, menta, tabacco, leggero miele.
Grande acidità, pulizia olfattiva perfetta, molto persistente e grandissima bevibilità. 
Infinito. 6 € + Iva. Incredibile. Sicuramente uno degli assaggi migliori del 2012.

Igt Benaco Bresciano “Lieti Conversari” 2010 Manzoni Bianco:
Maturazione tardiva per quest’ altro interessantissimo vino. Frutta bianca, crema. Sentori
similChardonnay ( lo ha detto anche lui :D). Elegante, intenso e persistente.
  
Doc Garda Classico Groppello “Discobolo” 2010:
Rosso rubino vivace, mandorla, ribes, mora, bella acidità. Ricorda il Pinot Nero. Leggermente fresco invita a berne a damigiane. Gran bel vino, ideale da sbicchierare. Forse meglio in bocca che al naso.

Igt Benaco Bresciano Rebo “Nero per sempre” 2011:
Rebo, vitigno nato grazie all’ incrocio di Merlot e Teroldego. Frutta rossa al naso con bellissime note di fiori d’arancio, caramello e tante note balsamiche. In bocca non tradisce le aspettative, grande acidita’ e freschezza. Non diresti mai e poi mai che sprigiona 16° alcolici…..

Doc Garda Merlot “ Vasori’ “ 2009:
85% Merlot, 15% Shiraz. Buono, morbido ed elegante come quasi tutti i Merlot. Vino fatto appositamente per i mercati esteri.

Ripudiato 2010 Cabernet  Sauvignon stile Amarone:
Il procedimento per farlo e’ simil amarone. Ne esce un buon Cabernet Sauvignon con tutte le caratteristiche note. Sono vini che non mi interessano piu’. Difficile dare un parere.

Vino da tavola Lieti Conversari 2002 Manzoni bianco 100%:
Ringraziero’ Vincenzo per i prossimi 500 anni per avermi fatto assaggiare questo capolavoro. Il 50% passa in barrique, il giallo nel bicchiere e’ dorato con alcune venature ambrate. Miele, tabacco. alloro, rosa canina, cocco per un bouquet indimenticabile. Ancora robusta acidità con sentori di caramello e lime in bocca.
Copre tutto cio’ che abbiamo degustato prima. Abbinato al cotechino di Franceschini  uccidiamo il mercato Natalizio dei lambruschi.
  
Considerazioni finali:
Ottimi vini caratterizzati dalla pulizia olfatto gustativa. Non e’ necessario trovare potenza e struttura per fare del vino buono. Qui anche con gradazioni alcoliche che possono sembrare esagerate non le troverete.
Mi ripeto, estrema bevibilità per tutti i vini degustati.  

Massimo Barbolini




















mercoledì 22 agosto 2012

Visite d' agosto

E'' con immenso piacere che ospito il racconto dell' amico Salvatore. calabrese doc, trapiantato nelle lande desolate padane.

San Marco Argentano, 17 agosto 2012.

Follia è la parola con cui comincia questa nostra visita all' azienda L'Acino Vini che ha sede in questo bellissimo paese dell'entroterra calabrese. Antonello ci accoglie con la sua splendida chioma corvina e, mentre ci accompagna ai suoi sei ettari di vigna piantati fra queste colline dolci, levigate da un vento leggero e costante, ci confessa che spesso gli capita di pensare che ha commesso un atto di follia. Ha lasciato la carriera di regista per dedicarsi alla vigna e lo ha fatto senza avere nessuna eredità da curare, nessuno studio alle spalle, ma solo tanto amore per questa terra: per la sua terra.
Noi gli diciamo che il folle ha sempre un vantaggio sul savio: il folle non ha coscienza della propria pazzia.
Ci parla della sua ammirazione per i dipendenti pubblici, sempre troppo bistrattati, e di come è difficile fare il vignaiolo in Calabria, perché qui questo mestiere non conferisce né onore, né rispetto, ma al massimo una infastidita indifferenza.
Il terreno su cui cresce la vigna di Antonello è sabbioso, per niente compatto, eredità dell'antico letto di un fiume che immaginiamo di dimensioni imponenti. La coltura segue i dettami del biologico e del biodinamico e, ci spiega Antonello, questo può conferire al vino particolarità e difetti che lo possono rendere unico e difficilmente riproducibile.
Chiediamo al nostro ospite quali siano i vitigni autoctoni calabresi e lui parte con un elenco la cui lunghezza ci sorprende. Ci sono il Mantonico e il Mantonico Pinto, il Magliocco, il Gaglioppo, il Greco bianco e il Greco nero, addirittura un Aglianico, quello di Cassano allo Jonio e, infine, la Guarnaccia nera, sulla quale Antonello si sofferma un attimo, per dirci che vuole farne un vino.
Nel tornare verso l'azienda e l'agriturismo che ci ospiterà per il pranzo, ci fermiamo ad ammirare un'antica vite ad alberello del 1923, Guarnaccia nera e Magliocco, e le costruzioni in bio-edilizia tipiche di questa zona. Case fatte con mattoni, frutto dell'impasto di argilla e paglia, e tetti il legno. Calde d'inverno e fresche d'estate.
Arrivati alla Masseria Perugini, Contrada Prato a San Marco Argentano, ci fermiamo in cantina per una piccola verticale al contrario del Mantonicoz, il vino di Mantonico in purezza, prodotto di punta dell'azienda e vino per il quale ci siamo interessati ad essa.
Poi il pranzo, tipico calabrese, con un ricco antipasto fatto di prodotti a "chilometro zero". Una ricotta sublime, salumi profumati e pastosi, olive al forno che per me sono come le madeleines per Proust, melanzane sott'olio in pefetto equilibrio e un primo che consiste in un bel piatto, dimensione tipica delle pietanze bruzie, di maccarruni, pasta lunga fatta in casa con sola farina e acqua.
Io li prendo al ragout calabrese, ma Antonello un po' mi sgrida perché, dice, "con il pomodoro si sente meglio il sapore della pasta". Abbozzo, ma mangio a quattro palmenti!
Durante il pasto, tenuto nel cortile della masseria, cullati da una brezza fresca parliamo un po' di tutto, dai vini assaggiati, alle piccole storie personali; dalle farine con le quali fare i "tajarin", al tartufo calabrese nelle sue tante varietà, anche queste, ahimè, ancora sconosciute e di tanto altro, come della vacanza che qui, qualche giorno fa, ha trascorso Jonathan Nossiter.
Ci salutiamo verso le 18, quando il caldo ci offre una tregua, con la promessa di rivederci nelle varie e importanti fiere di vini naturali e con la certezza di aver conosciuto una delle migliori promesse fra i giovani vignaioli italiani.

Vini degustati:
Trebbiano Camillo Donati 2007. Offerto da Antonello che dice:"Lo avevo lì da tempo, chissà se è ancora buono..." Buono? Eccezionale per equilibrio, mantenuto in questi cinque anni. Nessuna sbavatura. Floreale e di un erbaceo intenso. Corpo conferitogli dalla fermentazione in bottiglia. Una piacevolissima conferma.

Mantonicoz 2008
Ecco l'eccellenza della cantina di Antonello. Mantonico pinto in purezza. Sentori erbacei maturi. Al palato una freschezza e sapidità equilibrate dalla struttura di un vino che, sentito quello del 2011 e del 2010, ha bisogno di cinque anni di maturazione , prima di essere bevuto. Elegante, intenso, memorabile. L'erbaceo fresco si fa sentire in tutta la degustazione, da quella olfattiva a quella gustativa. In evoluzione, note minerali che ricordano gli Chablis e gli Chardonnay di Borgogna. Fortemente consigliato.

Tocco Magliocco 2007
Per un malaugurato errore , ma è un peccato veniale, ci viene servito ad una temperatura eccessivamente fredda. Decidiamo di aspettare, ma non resistiamo e versiamo nel bicchiere, sperando di riscaldarlo con le mani. Una nota accentuata di amarena ci colpisce subito, ma è un trompe l'oeil enologico. Dopo qualche minuto, l'evoluzione dei profumi ci trasporta verso un inebriante profumo di rosa canina che, preso il sopravvento, non ci abbandona mai.
Il tannino persistente, ma gentile, fa di questo vino un vino capace di restituirci per mezzo dei sensi tutta la durezza del lavoro di questo produttore. Il Magliocco è vitigno di struttura, capace di regalare emozioni nell'arco di cinque anni, secondo Antonello e il suo Tocco Magliocco lo conferma ampiamente. Io ci ho sentito anche la viola e la liquirizia, ma la nota prevalente è quella della rosa canina (pare di essere in un roseto). Da bere.

Tocco Magliocco 2008
La conferma di quello che ci ha detto Antonello. Manca un anno a questo vino, per raggiungere la maturità papillo-olfattiva che dimostra di avere in potenza. Pazientate fino al 2013, ma, se proprio non ce la fate, bevetelo.

Chora rosso (vino d'annata)
È il vino, indebitamente definito come vino base, con cui l'azienda vuole soddisfare le esigenze di chi vuole bere, per un aperitivo, un vino che abbia una buona struttura.
Uvaggio di Magliocco, Guarnaccia nera, Aglianico di Cassano, Greco nero.
Bell'equlibrio e discreti profumi per un vino che si propone come lieto compagno di un aperitivo o di un pranzo a base di salumi me formaggi freschi.

Chora bianco (vino d'annata)
Uvaggio di Mantonico, Guarnaccia bianca, Pecorello e Greco di Bianco.
Anch'esso nasce come vino leggero da antipasto, ma, signori, che vino!
Floreale e sapido al punto giusto. Perfetto equilibrio al naso e al palato, lascia una bocca pulitissima e un naso ricolmo di profumi leggeri, mai invadenti, eppur presenti. Se ne beva tanto!

Salvatore Donato