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martedì 30 giugno 2009

Un buon sangio...............

La foto e' terribile quanto il tappo, alquanto fastidioso, non e' sughero, e'...Boh....Quelli nuovi, non vi so dire gli elementi che lo compongono. Il vino e' un rosso rubino molto carico, i profumi sono ancora netti e puliti, nessuna ombra di anzianita', tipo il 93enne che ho conosciuto in ospedale la settimana scorsa, correva al capezzale della moglie, io 51 anni in meno sembravo all'ultima spiaggia. Si chiama Le More questo sangiovese di Romagna dell'azienda Castelluccio. Ed in effetti ricorda molto, piu' che la mora, le marasche ed i lamponi. E' l'annata 2005 e' non si sente per niente. Ricco di acidita' e di freschezza, ha ammorbidito notevolmente il suo sapore. Non passa in botte e io ne sono estremamente felice perche' in bocca non e' un bastone di vaniglia o liquirizia,al contrario e' piacevolissimo, non molto concentrato, scende in gola senza derapate, potreste sentirlo caldo, ma vi state facendo condizionare dai 33 gradi che ci sono fuori. Adoro questi vini, semplici, puliti, non complessi, fruttati e soprattutto, BUONI.
Massimo Barbolini

SANGIOVESE LE MORE ANNATA 2005
AZ. AGR. CASTELLUCCIO
MODIGLIANA (FORLI')

domenica 21 giugno 2009

Diverso da chi?


Non e' il film tranquilli, e non e' neanche tanto diverso da altri ristoranti del settore, e', credo, un nuovo, come recita il bigliettone da visita, ASIAN RESTAURANT, relaxing food in Modena. Beh di relaxing non c'e' proprio niente perche' il kaos e' degno del Ristorante Falo' della Festa dell'Unita' ( che nostalgia questo nome, ricordi di tante discussioni con i miei amici Compagni, chiuse con un nulla di fatto, ma con tante bottiglie vuote, la pancia piena, 5/6 libri acquistati e una ciucca della Madonna, che bello quando a destra non c'era Berlusconi...). Non avevamo prenotato e la gentilissima Geisha ci comunica che il tavolo era libero ma per le ore 22 avremmo dovuto liberarlo. Detto e fatto, in men che non si dica siamo seduti. Il via vai umano ed il telefono continuamente suonante e' impressionante, neanche una svendita di Tezenis porta cosi' scompiglio. Il ristorante si presenta tipicamente giapponese, pavimenti e tavoli in legno, pareti bianche, ambiente essenziale, ma d'effetto. Sale con luci soffuse e fiori colorati racchiusi in bottiglie di vetro illuminati dal basso a creare giochi di luce rilassanti. Bonus senza ombra di dubbio, la possibilita' di sedersi e mangiare a banco, davanti agli chef che con le katane squartano, affettano, tutto quello che sembra pesce, carne o verdura, Ocio'. Ben strutturato e lineare il menu', ( per quello che ne capisco ), ottima carta dei vini con prezzi da Enoteca. Gia' dall'acqua, la sorpresa e' evidente, Tynant from Wales (i plurilaureati vicini al nostro tavolo " e' l'Irlanda del Nord "). Abbiamo mangiato: Tataki di tonno con salsa di Miso, due porzioni, buono, ottima materia prima, piatto veramente gradevole, insieme sono piombate sul tavolo due tempure, una classica, l'altra Kaisen con tanto pesce. Anche qui niente da dire, non l'orgasmo assoluto, ma pesce di buona qualita', fritto che non sembra fritto, presentazione del piatto bellissima. Segue una porzione a base di dolce di riso per la Signora, definito buono. Servizio rapidissimo, gentile, professionale, a parte un kamikaze alle prime armi.. In conclusione e' un posto con tutti gli ingredienti che fanno lavorare i ristoranti d'oggi. Professionalita', materie prime, servizio, rapidita' nella preparazione dei piatti e in meno di un'ora sei fuori dal locale. Soddisfatti anche per il conto, 50 euri in due. Non mi sembra il caso di enfatizzarlo, ma neanche di svalutarlo, avete voglia di crudo o di cucina alternativa? Secondo me e' il posto giusto. Lo so, lo so, non ho preso il vino, o la birra, e' vero, ma ultimamente devo fare molto il bravo se voglio continuare a scrivere queste stronzate.....
Massimo Barbolini
Restaurant Sushi-Fusion Experience
"Higashi"
Largo Muratori 194 Modena
Tel. 059 222275

domenica 7 giugno 2009

Il dubbio (non il film)

Cucina molecolare? Cucina tradizionale? Pizza? Carta dei vini? Carta delle acque? Show cooking? Nas? Lecitina di soia? Addensante? Azoto liquido? Arrivera' lo chef che fara' un salame dolce dentro ad un profilattico? Per adesso io mi godo LA CUCINA. Punto e basta.
Baccala' mantecato
Composta di cipolla tropea
Foie Gras
Battuto di Chianina
E per il resto sono tante, troppe " sei solo chiacchiere e distintivo ".
Massimo Barbolini

venerdì 5 giugno 2009

mercoledì 3 giugno 2009

Trattoria La Rosa

Diciamolo subito a scanso di equivoci. E' la tipologia di ristorante che preferisco. Sara' che mi ricorda il Ristorante Da Magnani, in quel di Carpi, proprieta' per piu' di 30 anni della mia parte famigliare materna, ma le poche volte che riesco a raggiungere Sant' Agostino in provincia di Ferrara mi sento davvero un bimbo alle giostre. Dal 1908 esiste questa Trattoria. Francesco Malaguti (ottimo Sommelier e grande professionista) gestisce con la sua famiglia questo gioiello della bassa ferrarese. Menu' rigorosamente tradizionale e stagionalita' dei prodotti custodita religiosamente. Grande carta dei vini con ricarichi onesti.
Si parte con salumi prodotti artigianalmente ed autonomamente, se si esclude la pancetta leggermente affumicata proveniente dal Friuli. Standing Ovation per il capocollo, personalmente anche il cotechino freddo tagliato a mo' di salame..slurp, buona la pancetta...ottimo inizio.
Insieme ai salumi ci viene servita la giardineria autoctona, che onestamente ritengo sia una delle cose piu' semplici e piu' buone che ho mangiato e continuero' a mangiare in vita mia. Solo questo piatto vale i 104 km., andata e ritorno che mi separano da questo locale.
Come antipasto, si perche' prima era "stuzzichineria ", dimenticavo, benvenuto dello chef una buona e semplice frittatina agli odori di porro con saba, prendo l' Insalata di punte di asparagi nostrani con parmigiano di 40 mesi. Cosa dire, asparagi freschi, rigorosamente crudi, qualche goccia di limone sopra, la sapidita' del parmigiano, cocktail perfetto.
Gli altri commensali si avventurano verso splendidi fiori di zucca con all'interno ricotta freschissima e flan di verdure. Andiamo ad acqua oggi? ma naturalmente no.!
Per cominciare Champagne Piollot Brut Millesimè 2004, importato da un gruppo di ristoratori locali. Ottimo davvero, buon Perlage, buona consistenza, profumi puliti, buona acidita' e freschezza, da Dio anche il prezzo. Nuova scoperta interessante, ma mi sovviene: trovero' uno champagne che mi faccia schifo? Mah....
Schifo di sicuro non facevano queste meravigliose Tagliatelle con ragù di piselli freschi e il nostro capocollo. Tanto e' vero che Dommie non mi ha neanche lasciato il tempo di fare lo scatto perche' se voleva Abbufa' subito !!!!!...Le foto (orrende) non rendono bene l'idea dei piselli, verdi, consistenti, quel dolcino che non guasta..Contrasto perfetto..
Nel susseguirsi di odori e sapori, trovano posto anche questi semplicissimi "Stricchetti" con ragù di asparagi nostrani. Siamo sempre sulla retta via, mi ripetero' all' infinito, mano della cuoca e freschezza dei prodotti impareggiabili.
Io invece azzardo una novita' mai presa e cioe' Triangolini ripieni di vitello con "zabajone" di reggiano di collina. Ottimi davvero, pasta sfoglia sottilissima, ripieno delicato ma con sapore e struttura ben presenti, zabajone da sballo vero e proprio. Si doveva fare il bis, ma la mia panza cresce troppo.. Finito lo Champagne????
Ci " consoliamo " con questo spettacolare e grasso Tocai, ancora Friulano, Ronco delle Cime dell'azienda Venica & Venica annata 2006. Rimango sempre della mia idea, nessuna regione italiana produce un bianco di questa eleganza, potenza, struttura e complessita'. Poi, vabbe', i gusti sono gusti.... Fiato alle trombe Turchetti arrivano i secondi o " le pietanze " se preferite.
Carre' di vitellino da latte con spugnole e patate arrosto, 10 di stima la votazione che mi sento di dare a questa meraviglia. Spugnole (ancora???) fantastiche, carne morbidissima e cotta a puntino, patate per concludere l'opera. Qui pero' ho solo spiluccato.
Io non ho resistito alla tentazione della Faraona alla creta della tradizione con asparagi. Non ci sono difetti, perche' devo trovarli? Ottimo anche questo piatto.
Dommie e Signora hanno rivolto il loro palato verso il Baccalà croccante su crema di fagioli ruviotti. E sentendo i suoni guttturali ed afrodisiaci emessi da lui, posso assicurarvi che era in stato di grazia divina. Visioni alla Fantozzi per intenderci. L'abbinamento qui era veramente studiato alla perfezione. Insieme a questi arriva, sicuramente, il piatto del viaggio.
Il "Granfritto" vegetale di Renata, porzione scarsa fotografata causa voracita' incontrollabile degli uomini in tavola. Persino " La Repubblica " si scomodo' anni fa definendolo il meglio del suolo italico. Difficile dargli torto, sembra un fritto non fritto. Lode alla cuoca.
E siccome alcuni commensali ingordi, sono dei pozzi senza fondo, uno di loro ha avuto il coraggio di prendere pure il Nostro gelato di vaniglia "Madagascar" con la frutta sciroppata dal vaso, ben guardandosi dal non spazzolare tutto il piatto, evitando un giro in lavastoviglie. Mentre
il sottoscritto si e' dovuto "consolare" con un (paio) Pedro Ximenes 1971, bottiglia lasciata in tavola, Francesco non lo fare mai piu'.. Qualche caffe', tante belle chiacchiere, ottima compagnia e conto decisamente onesto. In conclusione una tappa fondamentale per chi viaggia alla ricerca di una cucina territoriale senza fronzoli. Ogni piatto ha ingredienti di produzione propria. La Giardiniera e la frutta sciroppata sono chicche assolute, dimostrazione di passione, cultura e competenza che solo una squadra di professionisti affiatata puo' dare. Decisamente la grande cucina di un Grande Ristorante. Bravi.
Massimo Barbolini
Trattoria Ristorante La Rosa e
Il Bocciolo della Rosa bed & breakfast
Via del Bosco, 2 - SANT'AGOSTINO - FERRARA
Tel. e Fax 0532/84098 info@trattorialarosa1908.it

lunedì 1 giugno 2009

Tocai Tocai Tocai

Capita di perdere il carica batterie, foto dal telefono che definire brutta e' un mero complimento, ma il vino non e' brutto, anzi..Siamo nella zona del Collio, Mauro Drius produce anche un Tocai Doc Isonzo da SBALLO, l'annata e' la 2006. Il colore e' sicuramente un giallo paglierino brillante, la consistenza e' ben presente in questo vino, ha l'aria pesante, alla vista. Al naso sento una varieta' a me sconosciuta che nella mia totale, o quasi, inettitudine nasale definirei " pera " o frutta bianca, qualche accenno di " esotico ", ma difficile per me da registrare. Profumi comunque netti, puliti, nessuna stonatura. In bocca e' una successione gustativa ancora impressionante, fruttato, tanto, ancora ottima acidita' e freschezza. Il mio palato mi suggerisce un finale di Qualche frutto secco. Enorme e ancora tremendamente giovane. Uno spreco bere le nuove annate. Non oso immaginare come sia la 2005 o quella piu' indietro. Da Dio! Immensi anche il Pinot Bianco e quello Grigio...
Massimo Barbolini

DOC COLLIO TOCAI FRIULANO 06
MAURO DRIUS
CORMONS
12.00 EURI NELLA MIA ENOTECA