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venerdì 29 marzo 2013

Loira 2013 Seconda Parte

La seconda parte in qualche modo riparte dalla prima nel senso che siamo sempre da Thierry Germain e parliamo dei suoi bianchi, tutti rigorosamente a base Chenin Blanc. In alcune annate produce un Clos del quale purtroppo non mi sono segnato il nome che viene venduto nelle enoteche della zona a circa 45€, prezzo caruccio direte voi. A me interessa parlare approfonditamente del vino che mi ha fatto scoprire questo meraviglioso produttore che risponde al nome de " L' Insolite ". Fermentazione alcolica in botti da 12 hl e affinamento sui lieviti per 12 mesi mantengono le caratteristiche del frutto e della mineralità che il terreno dona all' uva. La maturazione procede lentamente coniugando alla perfezione anche il legno che in fase di degustazione e' difficilmente percettibile. I sentori sono ben delineati e sprigionano cascate di lime, pompelmo, menta, bergamotto e pesca. In bocca e' apoteosi di acidità con una dolce freschezza, lungo, persistente, armonioso e di una beva incredibilmente facile e sicura. Tutte e 3 le annate assaggiate presentavano caratteristiche pazzesche. Un vino mondiale, un vino indimenticabile, qualcosa di veramente unico, strepitoso. A 17€ in enoteca e' uno dei migliori bianchi che abbia mai assaggiato in vita mia, decisamente uno dei primi 5. Sono ancora stordito al pensiero di quella bottiglia del 2011, Mamma mia che vino..Passata la sbornia ci siamo seduti a tavola con l' intera famiglia per mangiare una buona zuppa di verdura, qualche fetta di salume e degli ottimi formaggi, tutto accompagnato dai vini del Domaine e da due sorprese delle quali Thierry ci ha voluto omaggiare: Michel Chevry e Andrè Tissot, anch' essi biodinamici, produttori rispettivamente di Clos de Cotard il primo, sempre Chenin Blanc unico vino prodotto, strettissimo collaboratore di Germain e presente alla nostra visita e dell' intrigantissimo Arbois Chardonnay La Mailloche 2004 il secondo, questo prodotto nella zona dello Jura. Entrambi vini interessanti, molto complesso quello dello Jura, straordinariamente bevibile quello di Chevry. Finita la visita ritorniamo verso l' albergo consci di aver assaggiato dei grandi vini in tutti i sensi ; per beva, consistenza, profumi, evoluzione, frutto, corpo ma soprattutto D I G E R I B I L I T A'. Confrontare le varie realtà francesi e' abbastanza difficile ma di certo le caratteristiche organolettiche dello Chenin Blanc di questa zona sono molto simili ai Riesling dell' Alsazia, detto anche dal padrone di casa. Quindi grandissime acidità, grandi sentori fruttati, qualche accenno di richiami vulcanici ( bella questa ) e in tanti casi longevità quasi incontrollabile. Detta cosi' sembrerebbe una eresia, ma aspettate la terza parte per conoscere la vera grande scoperta della Loira, vi dò un indizio: Vouvray.

Massimo Barbolini





L' ingresso della Cantina

 Le botti dove riposa L' Insolite


mercoledì 27 marzo 2013

Loira 2013 Prima Parte

Avevo grandi aspettative da questo viaggio e non sono rimasto deluso, anzi. Quando si parla di Loira tanti si riempiono la bocca di parole senza senso, sentite anche con le mie orecchie; " la Loira e' solo Joly ", " ma perche' andate a Saumur e non fate la zona del Sancerre ", " il Pouilly fumè e' la storia della Francia ", tutti luoghi comuni regolarmente smentiti dagli assaggi in loco e sapete perchè? Perche' chi dice queste castronerie parla dalla scrivania di degustazione senza mai aver visto dal vivo come lavorano questi contadini o magari ancor peggio non ha mai assaggiato nulla di questa meravigliosa zona.
La prima tappa e' stata Saumur con la visita all' azienda di Thierry Germain produttore Biodinamico e Biologico a nome Domaine des Roches Neuves, esclusivamente Chenin Blanc e Cabernet Franc, che probabilmente conoscerete dato che viene venduta in Italia attraverso quello stupendo importatore che e' " Les Caves De Pyrene ". L' inizio della visita e' stato completamente dedicato alla visione dei vigneti, raggiunti in pulmino perche' non sono adiacenti alla cantina,  suddivisi come in Borgogna da tanti bei muretti che definiscono i Clos. Stupefacenti i due appezzamenti dedicati al Piede Franco e alla vigna di 106 anni: entrambi a bacca rossa, entrambi Cabernet Franc con terra argillosa, tufo e tanto calcare.  Tutti i passaggi in vigna vengono fatti seguendo le lune e le stagionalità della terra, senza nessun intervento chimico e ne consegue che anche in fase di pressatura, per tutti i rossi, ma in percentuali diverse, ci si metta tutto quanto il grappolo graspe comprese. Non essendo un tecnico ma solo un semplice degustatore non posso dirvi se tutto questo lavoro viene rigorosamente rispettato e poi lo si trova nel vino, vi posso pero' assicurare che le caratteristiche  organolettiche dei nostri Cabernet Franc qui non ci sono. Inoltre vi confermo che piu' biologica e biodinamica ( pulitissima ) di cosi' la cantina sotterranea dove maturano i vini, già, non puo' essere: muffa dappertutto, soprattutto sui muri di tufo e anche in parte sulle botti, mai vista una cosa del genere in nessuna azienda italiana; singolare anche il fatto che alzando la testa si vedano le radici delle vigne dove 10 minuti prima ci avete appoggiato i piedi camminando. Dicevo delle caratteristiche oragnolettiche dei rossi, dei bianchi nella prossima parte, che qui ho trovato nettamente piu' fruttate. Violetta, prugna, mora, ribes, qualche accenno di cedro, a volte albicocca e susina, bouquet intriganti su quasi tutti gli assaggi. Vini comunque mai maturi, tutti in splendida evoluzione con tenori alcolici gradevolissimi e beva straordinaria. Già, a me colpisce sempre in quasi tutti i vini francesi che ho degustato la straordinaria piacevolezza che emanano e l' invito a finire la bottiglia; ho pero' dimenticato di dirvi gli assaggi, in varie annate :   la scala dei rossi e' più o meno questa: " Domaine " vino a 7.95€ in enoteca, " Terre Chaudes " sui 17€ , " La Marginale " 30€ , " Franc de Pied "30€. Chi ben comincia e' di solito a metà dell' opera, ma c'e' stato molto di piu', ma molto di piu'......                                                          
                                                                                          Fine prima parte
Massimo Barbolini












giovedì 14 marzo 2013

Collio Bianco - Picech -

Collio Bianco Doc " Jelka " 2010 - Picech le vigne del Ribel -


Purtroppo mi ricordavo tutto un altro vino. Questo straordinario uvaggio di ribolla gialla, friulano e malvasia istriana e' stato uno dei miei vini-palestra nei primi anni 90. Lo ricordavo salmastro, sapido, equilibrato con delle bellissime note quasi sulfuree e floreali. Ed invece questa 2010 si e' rivelata una delusione totale. Grandi note tostate sia al naso che in bocca e niente altro. Probabile che sia stata l' annata. Speriamo. 

Massimo Barbolini
L' azienda

Sangiovese di Romagna - Zavalloni -

Doc Sangiovese di Romagna Superiore 2011 - Zavalloni -



Averne a milioni di bottiglie di vino del genere. Non ci sono tanti fronzoli, ve lo scolate in men che non si dica. Bevibilità assurda, poco complesso, leggero, ma consistente quanto basta. Uno di quei vini che se ti lasci prendere la mano ne bevi a ettolitri. Finale equilibrato che più non si può. Prezzo ridicolo. Bravo!

Massimo Barbolini 

mercoledì 13 marzo 2013

Franciacorta Le Marchesine

Franciacorta Docg Blanc de Noir Millesimato 2009 - Le Marchesine -


Sono stato colpevolmente e volutamente assente in questi quasi due mesi per tantissimi motivi che non vi sto ad elencare e soprattutto ad annoiare. Riprendo la scriba delle mie inutili degustazioni cercando di descrivervi questo immenso spumante metodo classico italiano. Davvero una bellissima scoperta per questa prima vendemmia in assoluto. Il colore e' carico quanto basta per sapere che si tratta di un pinot nero al 100%. Il naso e' occupato in maniera " grillina " da sentori di piccola frutta rossa, prepotente mora, qualche spunto di ribes e tanto mirtillo; accenni di mandorla tostata completano questo meraviglioso bouquet. In bocca e' complesso, tagliente e piu' intrigante che non si può. Chiude con una lunghezza imponente e corposità importante. Un grande assaggio, davvero. 

Massimo Barbolini

lunedì 28 gennaio 2013

Ristorante Giallozucca - Mantova -

Mantova si conferma fucina e cucina nettamente superiore alla nostra. Ristoranti cosi', con questo rapporto qualità/prezzo non ne esistono qui da noi. E' nel cuore della città, semplice da raggiungere con parcheggio comodissimo che si trova senza il minimo problema. Fate due passi nel centro di questa meravigliosa città che raggiunge a malapena i 50 mila abitanti con certamente piu' ristoranti che banche. L' arredamento e' semplicissimo, con sedie in paglia non comodissime; alle pareti scaffali con bottiglie e tanti libri appoggiati sui tavoli che potete serenamente leggere. I piatti mangiati sono stati di una semplicità imbarazzante, con grande tecnica e bellissima presentazione. La mia insalata di carciofi era semplicemente ottima, il rombo con pomodori e olive pure, il dolce non ne parliamo..qualcosa di memorabile.
Interessante e buona anche la frittura di saltarelli e zucca, commovente la polenta morbida pasticciata ai formaggi con chiodini trifolati.
Se aggiungete che l' oste vi canta anche qualche canzoncina dei Gufi per farvi passare il mal di testa o il mal di pancia direi che atmosfere cosi' non se ne trovano facilmente. Carta dei vini che si potrebbe migliorare ma sicuro che quelli bevuti sono indimenticabili per componenti organolettiche importanti. Mi ha sorpreso positivamente  l' abbinamento moscato-insalata di carciofi; solitamente rimane in bocca una sensazione " metallica ", il moscato invece con la sua bellissima aromaticità ha amalgamato bene i sapori, uno spettacolo. Usciti dal ristorante ci incamminiamo in una città piena zeppa di gente sorridente e cordiale, e' domenica pomeriggio, , c'e' il sole non fa molto freddo, proprio un bel pranzo. 

Massimo Barbolini




 Scaloppa di foie gras su crostone di pane al marsala e perle di cioccolato speziato 



Insalata di carciofi con pancetta croccante, scaglie di grana condite con olio, limone e aglio


Strudel di mele aperto con crema inglese profumata al cardamomo  


Torta di cioccolato con frutti di bosco 


Moscato biodinamico Alsaziano Grand Cru Saering annata 2005, strepitoso, aromatico, intenso, floreale. 



 Uno dei migliori passiti bevuti in vita mia. Picolit e verduzzo appassiti con note di albicocca e frutta secca imponenti. Finale interminabile e dolcezza estremamente equilibrata. Che vino!


Pian del Maggio - Franciacorta -


La settimana scorsa sono stato a visitare questa nuova realtà franciacortina.  Molti dubbi percorrevano la mia testa perchè gli ultimi assaggi che avevo fatto non erano stati per nulla entusiasmanti, anzi vi assicuro che in alcuni casi ho anche discusso animatamente con industriali che si sono dedicati al vino mettendo sul mercato prodotti a dir poco incomprensibili a prezzi che non vi sto a dire.. L' azienda e' nata nel 2006 grazie all' impegno di due ragazzi quasi trentenni che già operanti nel settore enologico hanno pensato bene di prendere un paio d' ettari, solo chardonnay, di vigna in affitto per " provare " a produrre qualcosa di nuovo. Nel marzo 2012 l' ulteriore passo in avanti; acquistano una ex cantina tra le colline di Adro e Erbusco divenuta magazzino e l' adattano perfettamente alle loro esigenze di spazio e piccola produzione. Produzione che al momento e' molto ristretta, non ricordo il numero di bottiglie esatto ma diciamo che non dovrebbero superare le 20 mila.  Le etichette in campo sono 4: 

Franciacorta Docg Brut Proemio 2009 Chardonnay in purezza:

Fermentazione e affinamento in acciaio per questa buona espressione vinicola. Lievito, agrumi, crosta di pane, lavanda al naso. In bocca e' lungo, abbastanza persistente, secco, quasi sapido. Nel complesso ben fatto, niente spigolature. 

Franciacorta Docg Saten Capriccio 2009 Chardonnay in purezza: 

Qui troviamo la parte olfattiva decisamente piu' complessa con spunti di pasta sfoglia, crema e zucchero filato. Bella acidità, secco quanto basta, molto ruffiano nel complesso. Finale pieno di agrumi. Non e' il mio preferito ma nulla da dire sulle caratteristiche organolettiche. 

Franciacorta Docg Brut Millumino millesimato 2007 Chardonnay in purezza:

Prima fermentazione e riposo in legno, stabilizzazione in vasca. Sentori di tostatura, camomilla e vaniglia. In bocca e' molto grasso, opulento e pieno. Accenni di lime sul finale. Se piace la tipologia e' una grandissima bollicina. 

Franciacorta Docg Brut Nature Furente millesimato Chardonnay in purezza 2007: 

Il migliore assaggio dei quattro. Grande carica olfattiva di lievito, crosta di pane, zucchero di canna, spunti di caffe' e leggero burro bruciato. In bocca e' di una sapidità equilibrata e imbarazzante, lunghissimo, persistente, acido, lascia sensazioni burrose incredibili. Un grande assaggio. Sensazioni organolettiche confermate anche domenica scorsa dalla bottiglia gentilmente regalatami.

Bella realtà, bravi ragazzi giovani con voglia di fare. Vini che sicuramente miglioreranno nel tempo. Prezzi onesti e in linea col mercato.

Massimo Barbolini

L' azienda