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mercoledì 3 aprile 2013

L' innominato

Vouvray demi sec Bredif Collection 1969


Ci sono delle cose che vanno aldilà delle degustazioni, ci sono delle cose che vanno oltre ogni briciolo d' intelletto. Ci sono vini che ti stravolgono, ci sono vini che ti ammaliano, ci sono vini che ti commovuono e ci sono vini che sconvolgono le tue percezioni olfatto - gustative. Ci sono vini che sono  impossibili da  dimenticare, ci sono vini dei quali avrai sempre un ricordo indelebile, ci sono vini dei quali memorizzi la scheda organolettica  nel tuo cervello, ma non la condividi con altri, perche' hai avuto l' onore e il piacere di berli  con persone che rimarranno sempre nel tuo cuore. Grazie per avermi donato la vostra amicizia e per far parte della mia vita. Grazie, davvero. Dario, Salvatore, Giulio, Fabio, Daniela, Silvia, Mark, Marco. 

Massimo Barbolini 

martedì 2 aprile 2013

Loira 2013 Terza Parte

Finita di analizzare capillarmente la zona di Saumur, al sabato ci siamo spostati di una novantina di chilometri verso Parigi e abbiamo raggiunto la cittadina di Vouvray. Qui avevamo appuntamento per le ore 10.00; attenzione non le 9.55 non le 10.05 ma le 10.00 ci è stato detto da chi ha prenotato la visita, perche' il Signor Foreau e' puntualissimo. Messi in guardia siamo riusciti nell' impresa di arrivare alle 09.55 e come da copione abbiamo dovuto aspettare le 10.00 ora nella quale si e' materializzato il nostro appuntamento. Ma chi e' questo Foreau? Philippe Foreau e', ( uomo tutto d' un pezzo, poco propenso alle chiacchiere inutili, sui 55 anni ),  il proprietario dell' azienda Clos Naudin ( viticoltura biologica ) sita in Vouvray e produttrice di circa 55 mila bottiglie tutte a base chenin blanc. Metodo Classico, Secco fermo , Demi-sec fermo e addirittura Molleux sono i vini che vengono prodotti, segnalo che il metodo classico brut nell' annata 2002 e' stato giudicato dalla guida " Les meilleurs vins de France 2011 ", esclusa la zona dello Champagne, la migliore bollicina in assoluto come vivacità e complessità. Dopo aver consegnato i nostri omaggi emiliani, aceto balsamico tradizionale di Modena, parmigiano reggiano del caseificio di Mandrio (Re) e 6 bottiglie di lambrusco di Sorbara Selezione della cantina Vezzelli, Monsieur Foreau ci ha accompagnato nelle viscere della sua cantina spiegandoci che " per i vini dolci utilizzo vecchie barrique per la fermentazione mentre per gli altri, compresi gli spumanti, solo vasche d' acciaio e no a lieviti esterni ma solo autoctoni, un pò di solforosa però la devo aggiungere ". I terreni presenti nel Domaine sono fatti di argilla e silicio, le rese sono quasi sempre di circa 30 hl/ha e i vini che ne escono hanno generalmente una mineralità molto accentuata. Un ' idea di quali potenzialità avesse lo chenin blanc me l' ero già fatta a Saumur ma qui ci siamo imbattuti in qualcosa che va aldilà di ogni orgasmo olfatto-gustativo di cui abbiamo diritto noi buoni appassionati. Gia' dal 2007 e 2008, metodo classico, escono dei profumi di garofano, pompelmo rosa ( sarà il trend di quasi tutti i vini ), lime, arancia, zucchero filato, grandissime acidità, molto equilibrati e sensazioni finali devastanti. Vini di una complessità incredibile, ma come ha scritto qualcuno, facilmente bevibili. Partiti col botto non e' che uno si aspetti di migliorare la degustazione ed invece le sorprese, almeno secondo il mio punto di vista, sono arrivate dal Vouvray sec, vino volgarmente detto base. Dopo aver assaggiato il 2010 ( a secchiate grazie ) ci e' stata presentata una bottiglia senza etichetta ; nel mentre Monsieur Foreau si era abbastanza sbragato arrivando perfino a ridere;  col classico giochino " Indovinate l' annata ? ". Le note olfattive di frutta candita, mandorla, pompelmo, lime, menta, nessuna evoluzione se si eccettua un leggerissimo sentore di torba e l' acidità ancora ben presente hanno sicuramente ingannato ma arrivare a pensare che il vino nel bicchiere avesse 27 anni certamente io non lo avrei mai detto. In tutta sincerità e' stato uno degli assaggi piu' spiazzanti che ho fatto. Finito ? Manco per idea, Philippe, ( ormai siamo amici ), ci ha preso gusto, altro assaggio, ancor piu' incredibile e imbarazzante,  annata 1989, stavolta del Vouvray demi-sec,  sono uscito un momento dalla " bolgia " per godermi questo capolavoro, ve lo giuro mi sono commosso, c'era di molto meglio nella compagnia ma lo avrei baciato in bocca. Ormai non lo ferma piu' nessuno, vai di demi sec 1997, molleux 1999, insomma alla fine della storia gli assaggi sono diventati piu' di una dozzina, tutti vini con caratteristiche diverse, filo conduttore sempre una grande mineralità e questi splendidi sentori di agrumi, ma altrettanto differenti particolarità organolettiche per ogni singola bottiglia. Conclusa la degustazione, fatti i debiti acquisti, mi pongo mille domande alle quali col tempo spero di poter dare risposta. La visita a Clos Naudin e' stata quel qualcosa in più che ha " fiabizzato " la nostra visita in Loira. Thierry Germain lo vedo piu' come D' Artagnan pronto a qualsiasi cosa pur di poter fare il vino che vuole. Philippe Foreau invece mi ha dato l' idea di saper esattamente cosa fare per produrre vini simili al suo carattere: precisamente nulla. La terra di Vouvray, la vigna, il terroir fanno da soli, lui deve solo fare il controllo qualità. Peccato che il tutto sia durato lo spazio di mezza giornata.

Massimo Barbolini








venerdì 29 marzo 2013

Loira 2013 Seconda Parte

La seconda parte in qualche modo riparte dalla prima nel senso che siamo sempre da Thierry Germain e parliamo dei suoi bianchi, tutti rigorosamente a base Chenin Blanc. In alcune annate produce un Clos del quale purtroppo non mi sono segnato il nome che viene venduto nelle enoteche della zona a circa 45€, prezzo caruccio direte voi. A me interessa parlare approfonditamente del vino che mi ha fatto scoprire questo meraviglioso produttore che risponde al nome de " L' Insolite ". Fermentazione alcolica in botti da 12 hl e affinamento sui lieviti per 12 mesi mantengono le caratteristiche del frutto e della mineralità che il terreno dona all' uva. La maturazione procede lentamente coniugando alla perfezione anche il legno che in fase di degustazione e' difficilmente percettibile. I sentori sono ben delineati e sprigionano cascate di lime, pompelmo, menta, bergamotto e pesca. In bocca e' apoteosi di acidità con una dolce freschezza, lungo, persistente, armonioso e di una beva incredibilmente facile e sicura. Tutte e 3 le annate assaggiate presentavano caratteristiche pazzesche. Un vino mondiale, un vino indimenticabile, qualcosa di veramente unico, strepitoso. A 17€ in enoteca e' uno dei migliori bianchi che abbia mai assaggiato in vita mia, decisamente uno dei primi 5. Sono ancora stordito al pensiero di quella bottiglia del 2011, Mamma mia che vino..Passata la sbornia ci siamo seduti a tavola con l' intera famiglia per mangiare una buona zuppa di verdura, qualche fetta di salume e degli ottimi formaggi, tutto accompagnato dai vini del Domaine e da due sorprese delle quali Thierry ci ha voluto omaggiare: Michel Chevry e Andrè Tissot, anch' essi biodinamici, produttori rispettivamente di Clos de Cotard il primo, sempre Chenin Blanc unico vino prodotto, strettissimo collaboratore di Germain e presente alla nostra visita e dell' intrigantissimo Arbois Chardonnay La Mailloche 2004 il secondo, questo prodotto nella zona dello Jura. Entrambi vini interessanti, molto complesso quello dello Jura, straordinariamente bevibile quello di Chevry. Finita la visita ritorniamo verso l' albergo consci di aver assaggiato dei grandi vini in tutti i sensi ; per beva, consistenza, profumi, evoluzione, frutto, corpo ma soprattutto D I G E R I B I L I T A'. Confrontare le varie realtà francesi e' abbastanza difficile ma di certo le caratteristiche organolettiche dello Chenin Blanc di questa zona sono molto simili ai Riesling dell' Alsazia, detto anche dal padrone di casa. Quindi grandissime acidità, grandi sentori fruttati, qualche accenno di richiami vulcanici ( bella questa ) e in tanti casi longevità quasi incontrollabile. Detta cosi' sembrerebbe una eresia, ma aspettate la terza parte per conoscere la vera grande scoperta della Loira, vi dò un indizio: Vouvray.

Massimo Barbolini





L' ingresso della Cantina

 Le botti dove riposa L' Insolite


mercoledì 27 marzo 2013

Loira 2013 Prima Parte

Avevo grandi aspettative da questo viaggio e non sono rimasto deluso, anzi. Quando si parla di Loira tanti si riempiono la bocca di parole senza senso, sentite anche con le mie orecchie; " la Loira e' solo Joly ", " ma perche' andate a Saumur e non fate la zona del Sancerre ", " il Pouilly fumè e' la storia della Francia ", tutti luoghi comuni regolarmente smentiti dagli assaggi in loco e sapete perchè? Perche' chi dice queste castronerie parla dalla scrivania di degustazione senza mai aver visto dal vivo come lavorano questi contadini o magari ancor peggio non ha mai assaggiato nulla di questa meravigliosa zona.
La prima tappa e' stata Saumur con la visita all' azienda di Thierry Germain produttore Biodinamico e Biologico a nome Domaine des Roches Neuves, esclusivamente Chenin Blanc e Cabernet Franc, che probabilmente conoscerete dato che viene venduta in Italia attraverso quello stupendo importatore che e' " Les Caves De Pyrene ". L' inizio della visita e' stato completamente dedicato alla visione dei vigneti, raggiunti in pulmino perche' non sono adiacenti alla cantina,  suddivisi come in Borgogna da tanti bei muretti che definiscono i Clos. Stupefacenti i due appezzamenti dedicati al Piede Franco e alla vigna di 106 anni: entrambi a bacca rossa, entrambi Cabernet Franc con terra argillosa, tufo e tanto calcare.  Tutti i passaggi in vigna vengono fatti seguendo le lune e le stagionalità della terra, senza nessun intervento chimico e ne consegue che anche in fase di pressatura, per tutti i rossi, ma in percentuali diverse, ci si metta tutto quanto il grappolo graspe comprese. Non essendo un tecnico ma solo un semplice degustatore non posso dirvi se tutto questo lavoro viene rigorosamente rispettato e poi lo si trova nel vino, vi posso pero' assicurare che le caratteristiche  organolettiche dei nostri Cabernet Franc qui non ci sono. Inoltre vi confermo che piu' biologica e biodinamica ( pulitissima ) di cosi' la cantina sotterranea dove maturano i vini, già, non puo' essere: muffa dappertutto, soprattutto sui muri di tufo e anche in parte sulle botti, mai vista una cosa del genere in nessuna azienda italiana; singolare anche il fatto che alzando la testa si vedano le radici delle vigne dove 10 minuti prima ci avete appoggiato i piedi camminando. Dicevo delle caratteristiche oragnolettiche dei rossi, dei bianchi nella prossima parte, che qui ho trovato nettamente piu' fruttate. Violetta, prugna, mora, ribes, qualche accenno di cedro, a volte albicocca e susina, bouquet intriganti su quasi tutti gli assaggi. Vini comunque mai maturi, tutti in splendida evoluzione con tenori alcolici gradevolissimi e beva straordinaria. Già, a me colpisce sempre in quasi tutti i vini francesi che ho degustato la straordinaria piacevolezza che emanano e l' invito a finire la bottiglia; ho pero' dimenticato di dirvi gli assaggi, in varie annate :   la scala dei rossi e' più o meno questa: " Domaine " vino a 7.95€ in enoteca, " Terre Chaudes " sui 17€ , " La Marginale " 30€ , " Franc de Pied "30€. Chi ben comincia e' di solito a metà dell' opera, ma c'e' stato molto di piu', ma molto di piu'......                                                          
                                                                                          Fine prima parte
Massimo Barbolini












giovedì 14 marzo 2013

Collio Bianco - Picech -

Collio Bianco Doc " Jelka " 2010 - Picech le vigne del Ribel -


Purtroppo mi ricordavo tutto un altro vino. Questo straordinario uvaggio di ribolla gialla, friulano e malvasia istriana e' stato uno dei miei vini-palestra nei primi anni 90. Lo ricordavo salmastro, sapido, equilibrato con delle bellissime note quasi sulfuree e floreali. Ed invece questa 2010 si e' rivelata una delusione totale. Grandi note tostate sia al naso che in bocca e niente altro. Probabile che sia stata l' annata. Speriamo. 

Massimo Barbolini
L' azienda

Sangiovese di Romagna - Zavalloni -

Doc Sangiovese di Romagna Superiore 2011 - Zavalloni -



Averne a milioni di bottiglie di vino del genere. Non ci sono tanti fronzoli, ve lo scolate in men che non si dica. Bevibilità assurda, poco complesso, leggero, ma consistente quanto basta. Uno di quei vini che se ti lasci prendere la mano ne bevi a ettolitri. Finale equilibrato che più non si può. Prezzo ridicolo. Bravo!

Massimo Barbolini 

mercoledì 13 marzo 2013

Franciacorta Le Marchesine

Franciacorta Docg Blanc de Noir Millesimato 2009 - Le Marchesine -


Sono stato colpevolmente e volutamente assente in questi quasi due mesi per tantissimi motivi che non vi sto ad elencare e soprattutto ad annoiare. Riprendo la scriba delle mie inutili degustazioni cercando di descrivervi questo immenso spumante metodo classico italiano. Davvero una bellissima scoperta per questa prima vendemmia in assoluto. Il colore e' carico quanto basta per sapere che si tratta di un pinot nero al 100%. Il naso e' occupato in maniera " grillina " da sentori di piccola frutta rossa, prepotente mora, qualche spunto di ribes e tanto mirtillo; accenni di mandorla tostata completano questo meraviglioso bouquet. In bocca e' complesso, tagliente e piu' intrigante che non si può. Chiude con una lunghezza imponente e corposità importante. Un grande assaggio, davvero. 

Massimo Barbolini