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mercoledì 28 ottobre 2009

Austria

Chiudiamo, almeno per quest'anno la pratica AustroFrancoGermanica, con la devastante prestazione di questo indescrivibile vino. " Questo non e' lambrusco ", citazione d'obbligo dopo la disfida di domenica scorsa. La difficolta' nella quale viene messo il degustatore parte dal colore. Se vi dicessi che ricorda l' incredibile Hulk messo in candeggina per alcuni secondi? Oppure il fondo di una coppetta di gelato ai gusti pistacchio e limone mescolati insieme? Bingo! Ecco, questo rende bene l'idea. La parte olfattiva si apre in maniera sbalorditiva. Zolfo, limone,pesca, e quasi roccia vulcanica. Arrogantissimo il ragazzo mentre si arrampica nelle narici provocando una spinosita' innocua. Vino forte e pensieroso. A volte la delusione e' dietro l'angolo, qui no, siamo ben lontani. Freschezza, acidita' dominano il palato, mentre la cavalleria gustativa ritorna in modo perentorio. Cosa c'entrano i cavalli? Questo vino trotta e galoppa verso le papille in modo stordente ed inebriante, infinitamente complesso anche nella beva, stranamente semplice. Persistene e lunghissimo. Il lessico limitato m' impedisce di argomentare meglio questo " di vino ". Dimenticavo, tappo a vite, matura per 30 anni. I primi 4 non si sentono. Un grande assaggio.
Massimo Barbolini
BERNHARD OTT ROSENBERG RESERVE
GRUNER VELTLINER 2005 TROCKEN

martedì 27 ottobre 2009

Champagne Vigneron Georges Vesselle

Tornando alla splendida giornata di lunedi' 19 ottobre, non posso non parlarvi di uno champagne che mi e' rimasto impresso. Il Brut Zéro (non dosato) di Georges Vesselle 2002 e' una ottima rappresentazione di come si lavora il pinot nero, modestissimo parere. La cosa che ha colpito il sottoscritto e' la semplicità complicata di questo vino. Tralasciando il colore e la brillantezza che ormai sono tutte molto simili, il naso aveva note ossidate e quasi salmastre, note erbacee, mielose. Estrema secchezza, quasi salato, molto lungo, persistente con grande acidita'. Il finale e' bello. Come dicevo prima uno champagne semplice da bere ma complicato da descrivere. Un gran bel prodotto del quale pero' ho dimenticato il prezzo. Chiedo venia.
Massimo Barbolini
Georges Vesselle Grand Cru Brut Zero 2002

domenica 25 ottobre 2009

Passito


E' vero, lo conoscono in tanti, ne parlano in tanti, la cantina e' conosciutissima, vende che piu' non si puo', ma altrettanto vi dico, dopo averlo assaggiato venerdi', che stravale i soldi spesi e la notorieta'. Nel bicchiere ha la consistenza del miele, nonstante sia un 2005, quindi molto giovane. Il primo impatto olfattivo e' il balsamico del sauvignon, salvia, menta. Segue a brevissima distanza la netta frutta tropicale, riconducibile al riesling. Chiude il boquet intrigante una rosa canina stupenda, derivata dal vitigno a maggior percentuale e cioe' il gewurztraminer. Splendido e splendente. E' un peccato doverlo bere. Ma siamo qui per questo. La sensazione continua anche in bocca. Dolce ma non troppo, morbido ma non troppo, vino pieno, corposo, con una persistenza infinita. Lungo come la Quaresima. Non smette mai e lascia la bocca pulita. Bottiglia perfetta. Indubbiamente il miglior assaggio di questa categoria.
Massimo Barbolini
A.A. Passito Comtess 2005
Cantina Sociale S. Michele Appiano (Bz)

mercoledì 21 ottobre 2009

Dalla Germania Seconda Puntata

La foto non e' della bottiglia che ho bevuto, ma l'etichetta e' molto simile. Affascinante mondo quello tedesco si dimostra. Intrigante e' dire poco. J.J Prum mi dicono sia uno dei personaggi piu' scorbutici del panorama della Mosella, in assoluto contrasto con l'eleganza di questa meraviglia. E' l'annata 2007, eccezionale secondo i piu'. Questo e' il Riesling Kabinett 2007 volgarmente detto base, con un giallo paglierino non molto carico, alcuni riflessi tendenti al verde, colore che anche negli altri non e' particolarmente esaltante. Il can can del Moulin Rouge parte al naso con sentori olfattivi devastanti, erba, roccia bagnata, zolfo, qualche tocco di frutta esotica e mineralita' molto accentuata. Segue una grande acidita', sensazione fruttata che rimane ed un residuo zuccherino (naturale) che rimane sul finale. E' difficile spiegare l'effetto di un vino che al contatto con la bocca e' secco e sapido ma sul finale diventa quasi dolce. Davvero una grande complessita' olfatto-gustativa che merita qualche minuto di silenzio e concentrazione. Se questo e' il " base ", gli altri come saranno?? Seguite, seguite le prossime puntate...
Massimo Barbolini
J.J. Prum Riesling Kabinett 2007

sabato 17 ottobre 2009

Trattoria Ai Due Platani Coloreto -Pr-

Per quale motivo scrivere ancora di questa Trattoria? Perche' la cucina continua in modo eclatante a migliorare. E' l'unico posto che quando viene nominato, stimola il mio appetito gargantuesco. Naturale che telefonare al venerdi' mattina per chiedere due posti per la sera stessa poteva essere rischiosissimo, ma anche qui Giancarlo e Matteo si dimostrano due persone estremamente umane. Il tavolo c'e'. Partenza ore 20.00, sempre che il mio compagno di merende sia puntuale. Miracolo solo 7 minuti di ritardo. E Patatone rosica...(ma si e' rifatto il giorno dopo). I soliti 40 minuti di viaggio e arriviamo. L'umanita' dei ristoratori si dimostra dal fatto che il posto non ci sarebbe stato davvero. Il tavolo e' nella saletta bar, la piu' scomoda, ma attenzione, non per noi. La viabilita' delle corsie del Ristorante e' compromessa dalla presenza del nostro luogo ludico ed e' per questo che una lacrimuccia capolina la palpebra. Dopo i doverosi ringraziamenti, aggiungo che la motivazione principale di questa visita (scusa inverosimile) e' l'intento del mio amico Luca di rubare qualche segreto culinario, avvicinandosi la data del suo ritorno ai fornelli dopo circa una decina di anni. Sara' abbondantemente accontentato.

L'inizio e' devastante come al solito. La solita frase, " due scaglie di grana ed un po' di pancetta " sono il fischio d'inizio di una nuova straordinaria galoppata culinaria. Pancetta arrotolata di 24 mesi e Parmigiano Reggiano di Coloreto, letteralmente da leccarsi i baffi. Non dovete neanche fare la fatica di masticare, perche' il tutto si amalgama e si scioglie in bocca.


Le strade vinicole sono diverse. Io propendo per una ottima Barbera 2005 di Vajra. L'inizio nasale molto chiuso e opulento non rende giustizia ad una bocca veramente estasiata, lunga e persistente. Ottima bottiglia. Comincio a ri-amare il Piemonte.
Lo chef si butta su un Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Doc Prima Volta dell' Azienda agricola Giavi per di piu' Extra Dry. Tipologia di vino che non mi fa impazzire, ma tecnicamente riuscito. Palato globalizzato e sicuramente prodotto che arruffiana. Piace. Finito il dibattere
vinicolo, arriva la prima vera pietanza. Risotto al sottobosco con lumache e funghi porcini di Borgotaro. Il top della serata. Fin da subito la mano di Matteo ci regala un piatto che rimarrà nei miei personalissimi annali. Equilibrio, intensita', sapori delicati, lumache perfette e porcini abbondanti e quasi croccanti. Non trovo le parole giuste per descrivere questo piatto. Un insieme di sensazioni olfattive e gustative inebrianti. La porzione non e' mai abbastanza..
Passato l'euforia ci gettiamo sui secondi. Un' ottima sella di maialino da latte a cotenna morbida con gelatina di scalogno e mela al forno arriva sul nostro tavolo. A parte la delicatezza della carne, non sono necessarie le posate, rimango stupito (positivamente) dalla dolcezza e dalla consistenza della cotenna. In seguito Matteo ci spieghera' la cottura che colmera' la lacuna tecnica del mio palmares. Anche qui siamo vicini alla perfezione.
Io invece assaggio un altrettanto invitante e buono Brasato con polenta croccante. Anche qui poco da dire. Chi ben comincia e' a metà dell'opera. Utilizzando materie prime straordinarie e' difficile che si riesca a rovinarle in cucina. Mumble Mumble, qualcuno ci riesce adesso che ci penso.
L'ingordigia ci assale e il cotechino con crema di lenticchie di Castelluccio e cipolline in aceto balsamico arriva. Finalmente, scrivo finalmente, un piatto che non mi ha particolarmente entusiasmato. Il cotechino non era sicuramente dei migliori, ma credo che sia stato piu' il caso che la qualita' della materia prima. Non ho idea di quanti ne cuociano ma credo possa capitare di trovarne uno piu' " maializzato "di un altro. In poche parole assaggiandolo da solo aveva un sapore, mischiandolo alla crema ne assumeva un altro. In nessuno dei due casi era nelle corde giuste del mio palato.
Comunque, ci siamo ampiamente rifatti con uno splendido tiramisu' scomposto, notevole, almeno cosi' dice il mio socio, perche' non me ne ha lasciato neanche un cucchiaino..Viste le mie imprecazioni, gli umanissimi, mi ripeto, ragazzi del ristorante ci portano
un piccolissimo assaggio di zabaione con sbrisolona, abbinato a quella meraviglia che e' il Negrese Malvasia Passito Colli Piacentini DOC . Note di fichi secchi e albicocca passita si legano con questo dolce in modo indescrivibile. Una chicca vinicola che mi vanto di aver scoperto.
La foto finale rende omaggio ai due umanissimi proprietari, quelli in bianco, e ai due beoni che hanno fatto questo reportage gastronomico. Manca il Magico, ma venerdi' ha avuto il suo da fare in sala. Non decantero' mai piu' le gesta di questa Trattoria, almeno online, perche' penso che il troppo alla fine stroppi. Dopo esserci stato una quindicina di volte negli ultimi 2 anni ed averne assaggiato ogni piatto, sono giunto alla conclusione che nonostante frequenti ristoranti, piu' famosi, piu' "gommati", questo rimane, per la sua tipologia il migliore della zona. Competenza, qualita' delle materie prime, serieta' professionale, disponibilita' al dialogo (quando possono), carta dei vini, EDUCAZIONE E CORTESIA, servizio impeccabile ne fanno un locale meraviglioso. Io mi sento a casa. Il conto finale non lo ricordo, ma ridicolo in proporzione a tutto questo ben di Dio. Provate e mi direte. Prenotate con largo anticipo anche per pranzo.
Trattoria Ai Due Platani
Strada Budellungo, 104 -
43100 Coloreto (PR)
Tel:0521 645626
Chiuso: Lunedì sera e Martedì

Testo: Massimo Barbolini
Foto: Luca Acerbi


Nota di colore: Tornando verso casa sulla Via Emilia ho notato la presenza di Signorine alquanto indaffarate on the road. Circa un centinaio tra Parma e Reggio. Qualcuno predica bene ma razzola malissimo.

venerdì 16 ottobre 2009

Dall' Umbria

Gli appunti sono oramai datati, ma nella fortunata serata vinicola dedicata alla Mucca di razza bianca modenese , avevo proposto questa novita', in primo piano, e cioe' l' Igt Umbria Toralco 2007 dell'Azienda Lungarotti, uvaggio di cabernet sauvignon, merlot e sagrantino. Premesso che anche per me era " la prima volta ", non avendolo mai assaggiato prima, credo perche' fosse la prima annata in commercio, devo ammettere che mi aspettavo qualcosa di piu'. Non tanto dal punto di vista visivo, dato che il colore era accattivante ed invitante come una " rossa prosperosa ", ma gia' dal bicchiere emergeva un particolarissimo odore che proprio al sottoscritto non aggrada: legno. Assaggiandolo, Watson, conferma. E' il sentore principale, il frutto e' quasi completamente coperto da questa fastidiosissima sensazione legnosa che fa di tutto per non scomparire. Poco altro d'aggiungere. Un vero peccato, che comunque mi riprometto di cancellare, riassaggiandolo piu' avanti, sperando che l'evoluzione sia positiva.
Massimo Barbolini

mercoledì 14 ottobre 2009

Una doppietta Francese

Nell'arco di un breve periodo ho avuto la fortuna di assaggiare le annate 1995 e 1998 di questo meraviglioso Champagne. Il millesimo 1995 dopo l'jniziale sensazione olfattiva biscottata,(che qualcuno ha interpretato come un difetto), e' esploso con profumi di frutta matura e lieviti ben definiti. Una grande acidita' con leggera sensazione di evoluzione ha riempito il palato, sapidita' e freschezza ancora ben marcate. Lungo e persistente con gradevoli bollicine. In piena ma lentissima maturazione. la differenza col 1998 e' abbastanza evidente, ma la struttura del vino e' la stessa, inconfondibile. Palati meno rozzi e piu' allenati del mio riconoscerebbero il marchio di fabbrica della Maison anche se in annate diverse fra loro. Detto questo l'orologio biologico ci prospetta un vino piu' giovane, che puntualmente arriva. La frutta al naso e' decisamente acerba, la sensazione floreale pure, la nota agrumata e' rimasta sull'albero, ma la sensazione e' quasi eterea, complesso e' dire poco. La fragranza gustativa che segue e' sapida, fresca, acida, lunga e persistente, bollicine molto fini accarezzano il palato. L'impatto gustativo e senza dubbio prorompente, con finale che regala pensieri tropicali. Un Grande Champagne che mai ha deluso le mie aspettative, a differenza di altri. Purtroppo vale lo stesso discorso relativo alla zona dove vivo. Non e' un'azienda conosciuta, non e' un'etichetta conosciuta e si fatica a proporlo. Comunque, per non indebitarsi bevendo tale nettare, potete tranquillamente optare per i ben piu' a buon mercato Brut e Blanc de Blanc, rigorosamente vintage. Grandi vini per una Grandissima Maison. Si e' capito che mi piace?

Massimo Barbolini
Champagne Pol Roger Cuvee Sir Winston Churchill Brut 1995/1998
Pol Roger
Epernay - France -